Gabriella Musetti

GABRIELLA MUSETTI

 

  1. Mi piacerebbe iniziare l’intervista con un ricordo. Com’è stato il tuo primo incontro con la poesia?

Bella domanda. Devo dire che io ho incontrato la poesia abbastanza tardi, verso i trentacinque anni. Vengo da studi di filosofia, ho fatto l’insegnante e nel momento in cui ho iniziato a cercare altre sedi per l’insegnamento ho deciso di prendere l’abilitazione a lettere perché era più facile trovare cattedre disponibili. Lo studio fatto per l’abilitazione mi ha consentito di prendere in mano nuovamente la poesia, che nel tempo è diventata passione, approfondendola e sentendo successivamente il desiderio di scrivere.

  1. Qualche tempo fa è apparso su laboratoripoesia.it un lucido percorso di Laura Ricci attraverso la tua poesia, partendo da Obliquo resta il tempo (Lietocolle,2005) La manutenzione dei sentimenti (Samuele Editore 2015). Ricci evidenzia come il tema del tempo sia una costante della tua poesia, io aggiungerei anche del tempo misurato attraverso i luoghi che diventano via via più quotidiani, le città lasciano spazio alle stanze, ai cortili, in una dimensione molto più intima e circoscritta che in qualche modo ci mette maggiormente a contatto con noi stessi. É così?

Sì. Ho vissuto per motivi familiari in luoghi molto diversi sia in Italia che all’estero. Adesso vivo a Trieste da circa vent’anni. Il tempo è un argomento che mi ha sempre affascinato. Sappiamo che il tempo secondo la fisica non esiste, si può dire che sia una dimensione dello spazio e quindi c’è già un legame tra questo e i luoghi. Crescendo e avendo esperienze di vita, la spinta che ha preso la mia scrittura è stata verso l’essenzialità, lo spazio circoscritto tuttavia è per me un luogo dove è più facile passare oltre. Oltre soprattutto nel senso di dentro di noi, verso la radice magmatica del nostro essere umani incarnati. Perché noi ci portiamo addosso una storia genetica che è quella della nostra evoluzione, della emersione della coscienza ad esempio, e questo contraddice il non-tempo, e questi elementi tempo, luogo e oltre sono elementi difficili da esprimere a parole eppure scavano molto dentro le persone e dentro di me.

  1. Sebbene non si possa fermare, il tempo può essere in qualche modo sospeso nel momento in cui ci mettiamo in ascolto, troviamo una sorta di fenditura in cui cogliere l’imprevisto. Ne La manutenzione dei sentimenti scrivi “l’attimo rivela una comprensione più allargata, supera l’io, esce fuori dal circuito limitato della esperienza singola per sfiorare l’assoluto”. La poesia, l’arte in genere, ci consente dunque di fonderci con un sentimento collettivo, un essere collettivo: diventare uno.

Inizio col dire che l’io è una costruzione, i ricordi non sono esattamente ciò che è stato vissuto veramente ma assorbono anche i sogni, le immaginazioni, i pensieri e formano ciò che chiamiamo memoria. Non vorrei fare un facile discorso, ma credo che ci siano elementi di similitudine nella percezione degli eventi, del mondo, tra soggetti che stanno vivendo nel medesimo periodo o luogo. Una radice comune che lega gli esseri umani; una radice nella nostra materia prima originaria che può essere riconosciuta nell’altro. E la poesia è una strada magnifica per entrare in questa dimensione.

  1. É uscita sempre su laboratoripoesia.it una serie di poesie inedite intitolata Le forme della vita che potrei definire in qualche modo civili, poesie che, come scrivi nell’introduzione ai testi, assumono la responsabilità della testimonianza. Mi piacerebbe ci raccontassi come sono nate e se fanno parte di un nuovo lavoro più ampio.

La poesia “civile” è sempre stato un tema su cui ho lavorato, viviamo nel mondo e le atrocità grandi o piccole le vediamo, possiamo darne testimonianza. Le poesie sono state scritte anche prima de La manutenzione dei sentimenti. Ma ho pubblicato molto meno questi testi per paura di cadere nella retorica. Sono una persona da sempre interessata alla politica e alla cultura e su questo ho sempre scritto ma ho pubblicato meno, diciamo per pudore. Io non pubblico molto, il mio ultimo libro è del 2015. Ho una raccolta pronta ma non so quando uscirà, non ho molta fretta.

  1. Chiudo chiedendoti di raccontarci, se vuoi, qualche progetto futuro.

Ho due raccolte in progetto. Una terminata che affronta il tema delle donne, non la cosiddetta poesia femminile. Poesie sulle donne per riflettere su quell’elemento non ancora sufficientemente illuminato che attraversa le donne, ne ho parlato anche in una risposta precedente ma in questo caso una radice comune femminile. E l’altra è una raccolta sul tempo, non una lamentazione sulla fragilità umana ma un’interrogazione su quanto la vita sia relativa e precaria e quanto occorra accettare intimamente questa dimensione. Mi definisco agnostica, penso che con la morte finisca tutto e tuttavia mi interrogo su questo tema in modo forte, non in senso religioso. Mi chiedo dove vadano a finire tutti questi elementi vitali, cellule e neuroni, psiche, emozioni, sensibilità, cosa costituiscano. Il tempo è stato creato dall’uomo e mi incuriosisce molto.