Francesco Carrubba

Francesco Carrubba
POETRY al MEI 2017


Generazione
 
Ma che colpa abbiamo noi se siam precari,
se ci han detto: “Ecco il mondo” e poi l’han tolto
 
La mia generazione è flessibile e precaria
ha bisogno di sogni come l’aria
La mia generazione contesta il TgUno
fa tre lavori insieme o non ne fa nessuno
La mia generazione studia all’università
spesso lavora nell’azienda di papà
La mia generazione va in discoteca con i tacchi
oppure con le Clarks al Circolo Arci
La mia generazione fa shopping nel corso
poi va di corsa al concerto rosso
La mia generazione è in cassa integrazione
ed è un lontano miraggio la pensione
 
La mia generazione ha la casa al mare
adesso è scesa in piazza a manifestare
La mia generazione guarda i film di Natale
ha il profilo Facebook e la reflex digitale
 
La mia generazione è figlia di papà
è stagista da un’eternità
La mia generazione ha i vestiti di marca
e nel weekend si abbronza in barca
La mia generazione sta facendo l’amore
in un attico in centro e nel sedile posteriore
La mia generazione non si indigna abbastanza
paga l’affitto per un’unica stanza
 
Casa mia si chiama Libertà
sta in via Indipendenza
quartiere Anarchia
 
Ma che colpa abbiamo noi se siam precari,
se ci han detto: “Ecco il mondo” e poi l’han tolto
 
 
Dal libro  “Canzoni quasi d’amore” (Streetlib, 2016), con una nota di Stefano Benni.
 
 
Verità è cruda e nuda
è un giovane corpo
torturato
d’inverno in Egitto
mutilato
a coltellate
bruciato
con le sigarette
 
Verità è una donna
che chiede giustizia
è una madre composta
che sussurra dolore
per il figlio rapito
giglio sparito
tra le vie del Cairo
 
Giulio era ricercatore,
uno che cerca una verità
È scomparso lui
con tutta la verità
 
Da Ilaria Alpi ad Aldrovandi,
Regeni e Cucchi,
Aldo Moro, Capaci, Via D’Amelio
le stragi, Genova, Ustica
l’Italia è il Paese senza verità
 
Qui
muoiono persone
esplodono bombe
crolla un ponte
cade un aereo
e non si sa perché
 
 
 
 
dalla raccolta “Poesia (urgente) per Giulio Regeni” (Rayuela Edizioni, 2019)

 
 
 
 
        
 foto di Roberto Ceccanti, Tres Dotes 2018