Arianna Carossa
Artista
Arianna Carossa nasce a Genova, dove studia prima al Liceo artistico Paul Klee e poi all’Accademia linguistica di belle arti. Dopo il diploma in pittura, inizia da subito a lavorare con la galleria di Enzo Cannaviello a Milano. Nel 2004 comincia ad avviarsi verso la scultura grazie all’iniziativa della famiglia Dufour che, ad Albisola Superiore, la invita ad apprendere le tecniche della ceramica presso la fabbrica di pentole Piral. Tre anni più tardi, trova uno spazio in un deposito a Ceranesi da adibire a studio, e mobili, legno e oggetti trovati entrano a fare parte dei suoi materiali scultorei. In questo periodo iniziano anche le sue collaborazioni con la Galleria Bianconi di Milano, la Changing Role – Move Over gallery di Napoli, e la Galleria Giuseppe Pero di Milano.
Nel 2010 è artist in residence presso l’International Studio & Curatorial Program di New York. Al termine della residenza, si stabilisce definitivamente a New York, dove viene selezionata per prendere parte ai programmi dell’LMCC – Lower Manhattan Cultural Council e al LES Studio Program dell’Artist Alliance Inc.; e dove inizia a lavorare con la Rooster Gallery. In questi anni, allestisce il suo studio dapprima in uno spazio all’interno del capannone di un’impresa edile a Long Island City, per poi spostarsi, grazie alla mecenate Eleanor, all’interno del Metropolitan Building, sempre a Long Island City. Nel 2014 pubblica per la casa editrice ravennate Blisterzine The aesthetic of my disappearance, presentato al MoMA PS1 e distribuito da Printed Matter, Inc. Nel 2017 trascorre un periodo in Islanda dopo essere stata selezionata per la Korpúlfsstaðir residency della Association of Icelandic Visual Artists (SÍM). Nel 2018 lavora in una miniera d’oro a Tlalpujahua, in Messico, esponendo i suoi lavori prima nella miniera stessa e, successivamente, all’Istituto Italiano di Città del Messico; ed è invitata alla Biennale della Ceramica Contemporanea Internazionale del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza. Nello stesso anno espone anche al Museo Carlo Zauli, sempre a Faenza. Contemporaneamente, si concentra su progetti e conferenze sul ruolo dell’artista e l’indipendenza dell’artista dalle gallerie. Nel 2018 è invitata da Eataly a tenere una performance nel suo store di Manhattan, mentre nel 2019 realizza per l’azienda italiana di design Kartell un progetto che coinvolge lo showroom di New York City e, in occasione di Art Basel Miami, il Wolfsonian Museum. Società d’affari come Deloitte e banche come Intesa Sanpaolo cominciano a interessarsi al suo lavoro. Altre sue collaborazioni hanno coinvolto Marc Urselli, Isabella Rossellini, Roberto Saviano, Federica di Giacomo, e Paolo Boriani. Attualmente, lavora con la galleria di arte antica Callisto Fine Arts di Londra.
L’installazione presentata presso il Ridotto del Teatro Masini di Faenza è una perfetta sintesi della ricerca poetica di Carossa, che si concentra sulla ricerca di una dialettica tra organico e inorganico. Il focus del lavoro diventa quindi la relazione tra le molteplici parti dell’opera, nell’Eros che guida questa relazione in modo centrale e la cui forza diventa il collante per l’unione di elementi differenti che, nonostante le diverse origini, trovano nell’aggregazione una nuova vitalità e una nuova identità. Il curatore Luca Bochicchio scrive di lei: “Arianna Carossa è un animale filosofico plastico, plastico nel senso che il suo sguardo sul mondo è prensile, modificatore e modellatore. Sperimenta resine sintetiche, solventi e protettivi presi dall’industria, usa il fuoco insieme al pennello, al cutter e alle sue dita per modellare corpi decisamente alieni.”
presente in
rubriche