ANTOLOGIA

LA POESIA CINESE NEL MONDO DEL XXI SECOLO

(Puntoacapo, 

2024)

a cura di Mauro Ferrari e Lamberto Garzia
prefazione di Giuseppe Conte

SHUI CAO

Da: Il progetto della Torre di Babele (30 disegni)
(La tentazione della Torre di Babele)

La luce illumina ogni cosa
da tredici direzioni.
Tutti sono confinati da un alto muro.
Si usa il potere del linguaggio

Vidi una volta la cima della Torre di Babele
un lampo di luce
più felice di ogni amore,
migliore di ogni sogno –
ma come possono gli occhi ingannare?
Il mondo migliore mai visto:
non puoi cessare di inseguire la luce.

Si inizia a parlare.
Col potere del suono
dobbiamo raggiungere la cima della Torre di Babele.

*
CHRISTINE PEIYING CHEN

(3) Primavera

Risvegliati: dalla luce nasce altra luce,
dalle nuvole altre nuvole,
le luci del mattino fan nascere nuovi germogli
la rugiada altra rugiada imperlata,
Il sole del mattino inonda e origina arancioni, rossi e gialli.
In raggianti colori, il mondo si increspa.

Portatore di luce, devi possedere la magia
lasciando dietro a te, prima della partenza,
il canto degli uccelli, luci e ombra, fragranze.
I bei tempi seguono i bei tempi, mattina e sera.
Ricevere il tuo spirito: un luogo pieno di luce e ombra,
profondo o superficiale, intenso o lieve.
Il giorno cresce, la notte sboccia.

Oltre me c’è un’altra me,
manifesta solo a te.

 

ANNA KEIKO

Due versioni di me

Sono a letto e leggo, scrivo e chiacchiero.

Un altro io si avvicina alla riva del fiume:
l’acqua mormora, la luna vaga
attorno a un uomo dai capelli bianchi
mentre nubi scure devastano la scena.

Lei prosegue lungo l’argine
a tarda notte quando la rugiada scende dal cielo
attraversa la strada, prende l’ascensore per casa,
mentre quella nella stanza
è ancora a letto a leggere e chiacchierare.

 

*
EVA MIRZAEVA

Traghetto selvaggio

Qualcuno osserva una gru,
qualcuno tiene in mano una pesca rossa.
L’artista passa la maggior parte della giornata da sonnambulo.

L’acqua della vecchia sorgente era molto limpida
quando si snodava tra le città.
Dopo la partenza si è intorbidita.

C’è un grande occhio dall’altra parte.
Bisogna che la gente veda dall’altra parte.
In quale altro modo posso attraversare il fiume?
Bisogna costruire una nave.

Uso l’inchiostro per allontanarmi dagli altri.

15.3.2022

 
*
JIANGHE OUYANG

Giardino Hopkins

La luna d’inchiostro arriva sulla pagina.
Questa luna di carta degli antichi, mai irrorata di pesticidi.

Un ladro di fiori reincarnato in nebbia notturna
dorme nel giardino della mezzanotte.

Sogna un altro su di sé
rapito dai fiori e in boccio per un attimo.

In questo effimero sbocciare
passano mille anni.

Nessuno conosce la vera forma di questi fiori
se siano Zhuangzi, o Tao Yuanming.

Anche il giovane studioso che ha preso in prestito
il chiaro di luna per la lettura
non ha svelato la metafora dei fiori.

Gli antichi e i moderni scrutano con gli occhi di un fiore:
visti con gli occhi del Buddha, sono tutti ciechi.

Dall’occhio del fiore si librano centomila lucciole,
un cielo di stelle cadenti plana sul prato.

Senza i bottoni delle stelle, possono fiori e armi nucleari
indossare i vestiti delle nuvole?

Mondo di nuvole, corpo pieno di wormhole *,
del tutto ignari che il tempo è scivolato via.

Ladro di fiori, se ti desti d’improvviso,
avanza nel cielo stellato con la tua lanterna di parole.

31 luglio 2016
 
* Un wormhole è un tunnel spazio-temporale che unisce punti distanti dell’universo.
 

*
YINGXIA TANG

Nostalgia dell’onore e del declino

Ho provato innumerevoli dolori
e innumerevoli momenti di felicità.
Ogni volta che cade la nebbia della malinconia
io mi apro alla luce nuova, naturale.
Nella foresta c’è una sorgente limpida e melodiosa,
gli uccelli riposano presso l’acqua, le ali pronte al volo.
Forse è ancora inverno qui,
ma la mia ombra,
più non accetta l’oscurità fredda e persistente della notte.
Oh, mondo che mi sorridi con tanta indifferenza,
come i primi fiori di ciliegio a marzo.
L’acqua di sorgente lo dovrebbe sapere:
alla fine, dove andrò alla deriva? L’anima mia
si dirige verso tutta la nostalgia dell’onore e del declino.

(Scritta il 5 marzo 2019 nella penisola di Izu in Giappone)

 

*
RICK RUGANG YE

Decostruzione della metropolitana in primavera*

Treni della metropolitana in primavera,
decostruiti in luci e ombre topologiche.
Prima sezione:
fiori di pesco nelle profondità marine.
Seconda sezione:
abeti risorti dal carbone.
Terza sezione:
struttura impero di valigie impilate.
Quarta sezione:
maschere africane, alberi islamici.

Avorio, materia oscura:
personaggi e parole creati ex novo e divinità.
Il marciapiedi, da tagliare con fiori di pero ed erba selvatica.
Marmo di giada bianca:
il corpo arrotolato da mappe del sud.
Marmo: le foglie degli alberi stese a mano.
Granito: i petali di fiori della campagna,
il martello di neve della città:
le onde aumentano per l’eccitazione.

Persone in attesa sul binario,
classificate dai dispositivi immaginari.
Il primo, l’ombra proiettata è un leopardo;
il secondo si pavoneggia come in passerella;
il terzo, un cavallo di legno reclinato;
il quarto sparge squame di pangolino.

Binari, decostruiti come l’immagine oscura
di ruote d’acciaio di un treno.
Una sezione è la tua e mia spina dorsale indurita.
Una sezione è il bambù riempito di luce lunare.
Una sezione è l’albero maestro
che trasporta serpenti di mare.
Una sezione è veleno, dolore, resistenza,
trascendenza e risveglio.
Fine dei binari: occhi scuri.

La scala per l’inferno non può essere decostruita.
I torreggianti edifici in cemento armato
e acciaio piantati a terra non possono essere decostruiti.
Più in alto, il paradiso non può essere decostruito.
Più vicino, donne a primavera, farfalle e grilli
non possono essere decostruiti.
Niente canto di uccelli, o una foresta
con troppi uccelli che cantano non può essere decostruita.
Una foresta eccessiva è ilo mare.
L’acqua del mare
è uguale alla configurazione della decostruzione.

*Spring Subway è un film del 2002

Sono sette i poeti cinesi che Mauro Ferrari e Lamberto Garzia hanno antologizzato in questo volume con luminosa prefazione di Giuseppe Conte. Opera di notevole interesse che ci invita a percorrere una distanza se non incolmabile certo assai impegnativa – vale a dire quella che intercorre fra una lingua e una cultura come quelle cinesi e la nostra, le nostre, d’Europa, il volume ci offre una panoramica franta ma ricca e convincente della lirica cinese contemporanea, talvolta delocalizzata ma fedele rispetto alla propria tradizione e alle splendide prerogative di una lingua ideografica per la quale, secondo Paolo Lagazzi, «la poesia è quindi più un dono da contemplare che da ascoltare (…) i poeti essendo calligrafi-pittori». E questo naturalmente pone da subito il problema della traduzione, atto d’incandescenza linguistica che può avvenire fra lingua di partenza e lingua d’arrivo, ma anche, ed è il nostro caso, grazie alla mediazione d’una lingua terza, ponte o chiave d’accesso che dir si voglia – o di “intermediazione” come onestamente e correttamente la definiscono i curatori – nella fattispecie l’inglese, sicché lo stesso Conte evidenzia come Ferrari e Garzia non abbiano messo «al primo posto l’atteggiamento del filologo o dello specialista» ma abbiano piuttosto inteso «dare versioni chiare e in un mirabile italiano, da poeti, quali peraltro sono entrambi». E proprio in questa coraggiosa assunzione di responsabilità si gioca, crediamo, il valore aggiunto di queste versioni che portano sulla pagina l’intenzione del dialogo e l’energia che ne deriva all’organizzazione dei versi. Va peraltro considerato il fatto che in almeno quattro casi su sette le traduzioni all’inglese sono degli stessi autori e autrici: Christine Peiying Chen, Eva Mirzaeva (nata in Ucraina e che vive in Russia), Anna Keiko e Rick Rugang Ye, e che i testi di Yingxia Tang sono tradotti dalla collega Christine Peiyng Chen (sino-neozelandese), a testimonianza di uno stretto rapporto fra lingue d’uso e di scrittura. I poeti antologizzati testimoniano del resto una diffusione ampia della poesia cinese contemporanea e «una presenza linguistica e culturale ben radicata nel mondo attuale» secondo le parole di Garzia. Presenza della quale si offrono qui alcune delle declinazioni possibili: dalla intenzione di far reagire fra loro la letteratura cinese con la cultura occidentale di Shui Cao alle luminose epifanie quasi pittoriche di Christine Peiying Chen, dalla tecnica quasi cinematografica di Anna Keiko alle risonanze riconducibili alla tradizione russa di Eva Mirzaeva, dall’autorevolezza anche accademica di Jianghe Ouyang ai riferimenti mitologici di Yingxia Tang fino alle Decostruzioni linguistiche di Ye Rick Rugang. Ne abbiamo dato sopra alcuni saggi e assaggi.