Maria Elena Blanco

Maria Elena Blanco
Tres Dotes 2018

 

Testo originale in spagnolo dal libro Sobresalto al vacío (Mago Editores, Santiago del Cile, 2015). Traduzione in italiano di Comasia Acquaro e Aurelia Iurilli in collaborazione con l’autrice.

 

ASSE DEL SILENZIO
 
Quando fu quasi nostro
dopo molte lune
lo frustasti con le tue corde di fuoco.
E io scovai ancora un filo di respiro
e venne
la tua dolce parola a spezzare il crollo del silenzio 
che non è quello degli agnelli,
quello delle porte che si chiudono da sole
al passo degli amanti o dei bambini.
 
Il silenzio del corpo che ulula dentro..
 
Il silenzio dell’acqua gelida sugli occhi gonfi,
il silenzio dell’acqua che lenisce
la mia spina dorsale di poliuretano.
 
Il silenzio di una casa – ma quale – 
prima che il silenzio mi raggiunga.
La casa del silenzio
dove tu non sei.
 
Sarà il veleno dell’aria:
gocce di elfi malvagi
che ci assediano, quel tunnel
tra il tuo corpo e la mia spalla.
Scegli allora
di rilasciare le briglie al polmone
che ti stringe o
prendimi tra le tue braccia
ma questo è già un’altra storia,
numero immaginario
modulare.
 
Non basta
ma conviene
conoscere la geometria piana.
Ma è l’algebra del letto quello che conta
la cifra della notte senza finestre
perché il letto è una
delle finestre della notte
l’altra è la luna
lunera
campanera
coma irriducibile nella
quadratura di questo cerchio.

 
 
Poesia inedita
Traduzione in italiano dell’autrice. 

ASPETTANDO ULISSE
 
Aspettando Ulisse
è il titolo di una poesia
è un modo di parlare
è una forma di mentire
non è un dato di fatto.
È un cenno a Beckett
un inchino a Kavafis
una risata con Joyce
tutt’altro che un vera risata.
Sappiamo cosa dice:
Senza uscita
Illusioni perdute
Relazioni pericolose.
È tutt’altro che letteratura
ed è tutta letteratura.
Dunque abbiamo finito con
l’aspettare
e continuare ad aspettare
sperando che ti aspetti
aspettando
l’attesa pura e semplice.
Non sto aspettando Ulisse
quando aspetto Ulisse.
Lui deve venire da me
e non c’è (un altro) dio
che lo salvi.
Lo attendono alcuni affari in sospeso
qui nell’Isola delle Sirene
come
ripulire la sua reputazione
le sue cattive abitudini
il suo alito cattivo
il suo karma dubbioso.
Non gli manca l’astuzia,
ma il tono è arrogante
e un pizzico di rosso
gli macchia ancora le mani.
(Farà meglio a stare attento
pensa con riluttanza
non vuol scatenare di nuovo
la rabbia di Zeus).
Un po’ distratto adesso
sente delle voci.
 
Sono Circe,
nuda e decisa a pescare il marito ideale.
Ti intrappolo con visioni lascive
(tu, matto e ubriaco, ti diverti
nei miei giochi notturni).
 
Sono Nausicaa,
sogno segretamente con il marito ideale.
Casta, rivelo solo l’orlo della mia scollatura
(Ti tenti, ma vai via procurandoti
il tuo piacere).
 
Sono Calypso,
offro vitto e letto al marito ideale.
Ti seduco con le mie canzoni
(godi di me qualche anno, e poi
ti annoi, ti manca Penelope).
 
Sono Penelope,
attendo il ritorno del mio marito ideale.
Custodisco i nostri voti nuziali
circondata dai miei pretendenti
(non ti fidi e appari in incognito).
 
Io sono Athena.
Dico basta. E state attenti.
Una nuova Iliade sta iniziando:
Paride è stato rapito da Elena.
Tu sei atteso qui
sull’Isola delle Sirene
su mio ordine.
Ti darò venti minuti
per rivedere le azioni dei tuoi ultimi vent’anni,
per pentirti dei venti secoli
della tua disastrosa umanità,
per mutare i tuoi geni e riprogrammare
i valori (e le tue cose di valore)
correggere le tue parole
e parlare con me
occhi negli occhi
nella lingua della poesia.
 
 
  
foto di Roberto Ceccanti