Giuseppe Conte


Inedito di Giuseppe Conte

Laggiù

 

Laggiù, nelle foreste della notte

c’è la Tigre di Blake che brucia e splende

la sua feroce simmetria che rende

eguali origine e fine, bene e male,

e c’è lo sguardo, la mano immortale

dell’artefice che l’ha saputa forgiare.

 

Laggiù, al largo di Capo Finisterre

c’è  Caronte dagli occhi di brace, su una barca

con la chiglia leggera , la vela stracciata,

remi lunghi e sottili, a traghettare

oltre le onde la folla di anime

nel paese fatto di ombre e di cenere

dove nessuno si può più abbracciare.

 

Laggiù, da prima che nascessero

cosmogonie e mitologie, c’è lui,

sempre lui, il mare.

 

Laggiù oltre l’orizzonte c’è l’Isola

delle Ragazze Fatate: lì tutti gli alberi

hanno rami d’argento, foglie d’argento

non si conoscono tempeste di neve e di vento

gli umani  non hanno più nebbia nel cuore

e giovani in eterno possono restare.

 

C’è una Clessidra color di luna, che capovolta

fa piovere sabbia fine da ampolla a ampolla

senza che niente muti o fuoriesca,

una Clessidra tutta in sé raccolta

che pare che nel suo silenzio tu riesca

a vederlo,  il tempo, passare, passare.

 

Laggiù, da prima che nascessero

cosmogonie e mitologie, c’è lui,

sempre lui, il mare.

 

Laggiù c’è tutto il mio passato

c’è quello che ho tentato di vivere

gli studi forsennati, i viaggi, i baci

 e i miei terrori, i dubbi,  le ossessioni,

il sapere che sempre soccombono i buoni,

mio padre, la mia roccia, e di mia madre

la timidezza dolce, la dura rassegnazione

l’amore troppo  immenso per  poterlo accettare –

                                                                     laggiù

c’è tutto quello che non può tornare.

 

Ci sono i miei sogni mai diventati realtà

accumulati alla rinfusa dentro un vecchio baule

schiacciati sul pavimento sotto un liso tappeto,

l’astronomo, il capitano, il ribelle

in Irlanda, in Palestina, tra i Sioux

il sogno di conoscere il segreto

Perché del mondo, e  seguire sempre più

le vie di Libertà, Luce & Infinito

in una corsa che nessuno può fermare.

                                                            

Laggiù c’è l’Invisibile, l’inconoscibile

futuro che va sino al collasso del Sole,

la Volontà di vita incoercibile

che fa imporporare i coralli, flottare le meduse

rinascere l’erba e le primule.

Laggiù c’è l’Eternità da ritrovare

 

e da sempre, da prima che nascessero

cosmogonie e mitologie, c’è lui,

sempre lui, il mare.

 

 

 

Giuseppe Conte alla Biblioteca Manfrediana di Faenza, 25 giugno 2021, per la Rassegna Dante, presentazione a cura di Michele Donati e Monica Guerra, al pianoforte Barbara Mazzolani, soprano Maria Claudia Bergantin. Si ringrazia il Comune di Faenza e la Scuola di Musica Sarti.   

Ph. Virginia Morini