Emiliano Cribari

Cronache dalle rovine

portosepolto, a cura di Luca Pizzolito

(peQuod, 

2023)

così crolla il gigante
l’immenso potere
sono in pochi nonostante tutto
a scandire il silenzio
ad appartarsi come a chiedere scusa
è una moria di saggi e di miti
una moria di pellegrini
di lunghi estenuanti viaggi a piedi
è una moria di poveri fra i ricchi
di ricordi negli occhi sconsolati dei bambini
è una moria di bambini negli adulti
indemoniati

 

*

 

fiume oceano smeraldo
acqua ferma
pantano
artritica corteccia s’affaccia
si sporge il cormorano
rompe l’aria la vista impressionista
l’airone cinerino
acquerello: mattino di nebbia
dipinto di me che cammino
con una cassetta di legno fra le mani
febbraio: so che l’autunno
è arrivato

 

*

 

gli abeti non pensano a Dio
asceti nativi vocati al silenzio
al riparo dell’ombra
all’accoglienza
io li ho visti piangere e ho pianto
ridere e ho sorriso
io condannato alla rabbia al peccato
a chiudere gli occhi
a tenere il respiro
fino all’attimo prima di morire
a Vitareta ho sentito la terra pregare
senza altare
senza necessità di nominare
(io dico Dio perché l’ho deluso)
vengo nei boschi per cercare un’impronta
una visione ora che è spento lo sguardo
pregano anche i tafani quando una mano
li allontana

 

*

 

ieri, mentre voi gridavate
c’era un vecchio silenzio in montagna
nei paesi tremanti
fra i boschi
negli eremi scampati ai dirupi
c’era un ronzio di macchinari una disperazione
negli occhi e nelle corsie degli ospedali
c’era una donna in preghiera in una stanza buia
una foglia fra miliardi di foglie e un papavero
fra i sassi
(all’orizzonte un passaggio a livello)
ieri, mentre vi osservavo
ero seduto in un vicolo a Palizzi
davanti a una chiesa sgomenta a Pietrapennata
alla stazione di Marradi due colombi affondavano
nel piatto misericordioso di una fontana

 

*

 

mi sembra che maggio profumi di più
che le persone si ascoltino meno
che alzino meno la testa
che si siano abbrutite
mi sembra che i selvaggi abitino in città
e tutte le altre creature
abitino ordinatamente i boschi
mi sembra che affidarsi agli odori
sia la strada più breve per attingere ai ricordi
il vento tinge e il sottobosco
sa di sabbia e pomeriggio
l’idea mediterranea resta ferma
come un fremito perenne
bianco e azzurro
senti: il limone, la ginestra, il gelsomino
il dopobarba di tuo padre
senti i muri, carichi di rovi e di lucertole
impietrite
senti casa, è lontana, sei solo
la tua ombra sul sentiero indica l’est
sei ancora un bambino
se scrivi sei ancora un poco vivo
se ti commuovi per l’abito a fiori di una donna
anziana
se immagini ancora la sua vita intimorita
mi sembra che strepiti ai lati
la vita
lei muta e profumata
muta e sbalordita
neanche l’aria si ripete
tutto appare e scompare
chi resta ha una condanna
un’altra sete da curare

 

*

 

e in un attimo è tutto presente:
non morde mi accarezza
si rivela e svanisce
ha molti nomi
alcuni luoghi
ha tutte le mie età (tranne una)
mi vuole immobile
inerme
non ammette intrusioni
càpita ora finché morte non ci separi
(gli alberi parlano voci che sembrano umane)
io crepo di sete
di calma
d’amore
ho però tutto il resto
è così estate
che l’inverno sfiora i frutti del bosco

 

*

alza gli occhi:
è mattina
l’alba brucia i rami dei pini
senza doverli sfiorare
ascolta:
sono queste le cose che sai di te
questa poesia popolare
quest’ascesa fatua e spirituale
il logorio allo stomaco che scompare a non pensarci
se un tempo battevo le mani per mettere in fuga i cinghiali
ora taccio perché voglio osservarli e imparare
più la vita si stacca da terra
più la voce dei cieli diventa chiara
qui piangerò le mie radici
e attecchiranno le ceneri dei miei viaggi solitari
ho strisciato più di quanto abbia saputo
camminare

 

*

Cara Inquietudine,
ora so che la quiete non è il silenzio ma la disponibilità a lasciarsi andare.

Emiliano

Emiliano Cribari è poeta, fotografo, camminatore. Ha pubblicato: La cura degli istanti (Transeuropa, 2019), La vita minima (AnimaMundi, 2020), Errante (AnimaMundi/emuse, 2022).

Dal 1999 inizia a sperimentare nel contesto di svariati ambiti artistici: dalla poesia al teatro, dalla fotografia alla regia. Parallelamente matura alcune esperienze professionali anche nel campo dell’editoria e del giornalismo.

Vincitore di premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, dal 2015 inizia a sviluppare progetti fotografici di carattere personale, soprattutto su tematiche sociali. Nel 2019, come Guida Ambientale Escursionistica, dà vita alle “camminate letterarie”, escursioni di gruppo caratterizzate da letture poetiche. Collabora con alcune riviste, per le quali scrive soprattutto su tematiche legate al cammino e allo spopolamento delle aree interne.